La Creatività – esprimersi per diventare consapevoli
La creatività è il modo con il quale ci esprimiamo e manifestiamo noi stessi ed è l’unico strumento che abbiamo per arginare il condizionamento esterno. Per arginare la manipolazione.
Essere creativi ed esprimersi consente di riconoscere al di fuori di noi l’oggetto dei nostri pensieri, delle nostre emozioni.
Quando manifestiamo noi stessi all’esterno con opere, gesti o linguaggio, riconosciamo ciò che siamo. Diventiamo consapevoli di noi stessi.
La consapevolezza è ciò che ci rende ricchi, stabili, unici. Soltanto quando sappiamo ciò che ci rende unici troviamo una forza travolgente e un entusiasmo contagioso.
Lo strumento che abbiamo per trovare questa parte di noi indissolubile e potente, è riconoscerla nelle cose che facciamo. Quanto più ci esprimiamo e realizziamo qualcosa, tanto più abbiamo modo di scoprire quali cose sappiamo fare, quali ci danno soddisfazione, quali ci donano gioia. QUESTO è “TROVARE SE STESSI”
Molti si sono convinti che bisogna vere un grande talento per esprimersi, cantare, scrivere, disegnare. Il talento non è la condizione per esprimersi. Il talento è solo una predisposizione a fare qualcosa. Tutti hanno almeno un talento, ma potrebbero non scoprirlo mai. Per questo è fondamentale imparare sempre qualcosa di nuovo.
Imparare qualcosa di nuovo è il modo per riconoscere al di fuori di noi ciò che siamo e consente all’energia interiore di fluire verso l’esterno, e riconoscerla.
L’idea che abbiamo del talento ci fa credere che la magia che ascoltiamo dalle mani dei musicisti, dai registi, dai poeti, dagli architetti, dagli artisti, sia nata così, in un attimo.
Chiunque ha realizzato qualcosa sa che il 95% è dovuto all’impegno e soltanto il 5 percento è ciò che si ritiene sia il talento.
Churchill era affetto da un disturbo del linguaggio, Agatha Christie aveva la dislessia, Beethoven ha composto la sua 9ª sinfonia nella totale sordità, Einstein aveva la sindrome di Asperger, Wilma Rudolph, nata poliomielitica, vince le olimpiadi di Roma nei 100 nei 200 e nel 400 m.
A Elvis Presley fu detto categoricamente che avrebbe dovuto tornare a fare il camionista.
Credo che coloro che giustificano le loro incapacità con la scusa del talento in realtà abbiano soltanto paura di sbagliare, di essere giudicati e di essere umiliati. Per diventare competenti e capaci in qualcosa bisogna necessariamente passare per moltissime fasi di incoerenza, di disarmonia, di inconcludenza, di errore.
Il successo in ogni campo passa per molti momenti… imbarazzanti. Che la maggior parte delle persone non vuole affrontare. Il successo del mio metodo di insegnamento per esempio deriva dal fatto che consento a chiunque di sorridere dei propri errori.
È verissimo che Jordan sia più avvantaggiato di John Belushi a giocare a basket ma qui parliamo della capacità di intraprendere nuovi percorsi di apprendimento, di lasciarsi andare ad imparare qualcosa, di pensare che non bisogna necessariamente essere un campione del rock per imparare a suonare la chitarra, che non bisogna essere necessariamente Dante Alighieri per scrivere un messaggio d’amore.
Credo che il vero talento sia il desiderio ed un bisogno fondamentale di fare qualcosa.
È tutti possono avere buoni desideri.